Fabio Vacchi ha tratto spunto dal racconto
Teneke che lo scrittore turco di origine curda Yashar Kemal (Hemite, Turchia, 1922) scrisse nel 1955.
Vacchi, in linea con le intenzioni dichiarate fin dall'inizio del proprio percorso musicale, quelle di scrivere musica per chi non ascolta musica contemporanea, sfondando le barriere che limitano l'utenza alla cerchia degli adepti, ha aggiunto interventi elettronici alla partitura che hanno reso ancora più coinvolgente l'atmosfera creata dall'insieme di solisti, grande coro e grande orchestra.
I personaggi e i temi trattati dal racconto di Yashar Kemal sono particolarmente vicini alla sensibilità di Ermanno Olmi, che ha sempre avuto un occhio di riguardo per la vita contadina.
La collaborazione tra il regista de
L'albero degli zoccoli e Arnaldo Pomodoro aveva già dato risultati di assoluto rilievo, negli allestimenti per la lirica, con l'
Otello del 1997 del
Teatro Regio di Torino e con
Un ballo in maschera, rappresentato nel 2005 all'
Opernhaus di Lipsia.
La rassegnazione dei contadini turchi al loro destino è sottolineata dal finale che Vacchi affida alla sola musica, consegnandole però all'epilogo un messaggio di inattesa apertura che contrasta l'ineluttabilità della vicenda.
Il male ha vinto, a governare il mondo non sono le leggi ma il potere, non l'onestà ma la furbizia e l'assenza di scrupoli.
La lotta, tuttavia non è finita, e non tutto è perduto, se la resistenza continua, domani le cose potrebbero andare diversamente.